La casalinghitudine degli artisti. There is no place like home

A Milano, si sa, la vita si svolge prevalentemente negli interni. I milanesi, quelli doc, non amano certo la vita di strada che si svolge nelle città del sud. E questa non è solo una considerazione sociologica che riguarda una certa fetta della popolazione milanese, ma è anche una tendenza che si sta sviluppando negli ultimi tempi sia in ambito sociale che culturale.

Quanto questa tendenza faccia moda e quanto sia sentita, è difficile dirlo. Fatto sta che spuntano come funghi, case-noncase che vogliono non solo accogliere i suoi abitanti, ma anche eventi culturali, come a far entrare il mondo che le contiene all'interno di esse. È il caso, ad esempio, della Carrozzeria Margot, nella movimentatissima via Padova; ma è anche il caso di Loft 21, sempre in via Padova, dove nella dimensione casalinga si fa un po' di tutto, dalla mostra al concerto alla presentazione di libri. E spostandosi verso la musica, è pure il caso dei Secret Concerts (sottotitolo: la musica dove non te l'aspetti), tendenza che proviene dagli States, per la quale i concerti si tengono tutti in casa.

I motivi che spingono le nuove generazioni di artisti a organizzare eventi "in casa" possono essere molteplici. Quelli pratici non sono da sottovalutare: i costi eccessivi di qualsiasi ambiente, per dirne uno. Ma nemmeno i motivi socio-psicologici: Milano è una città fondamentalmente di passaggio, dove i giovani artisti si ritrovano quasi come dei rifugiati, lontano dalla famiglia e dai luoghi d'origine: quindi, risulta quasi un passaggio naturale aggregarsi in un luogo che diventi spazio comune, ma che abbia tutto il sapore della "casalinghitudine", tanto per appropriarsi di uno spazio, per carpirne le recondite sfumature, per viverlo a fondo.

Effetto metropoli, dunque, ma non solo. C'è anche la voglia di riprendersi i propri spazi in un modo inedito, di esplorare dal punto di vista dell'artista qualcosa che prima era strettamente legato al quotidiano e al privato. Forse è soltanto un mettersi a nudo ulteriormente, da parte degli artisti, tentando però di trovare un collegamento inedito con il pubblico, in un'interazione completamente diversa.

È quanto avviene, ad esempio, tutti i lunedì di ottobre, in via Col di Lana 4. There is no place like home è una "non-serie tv" che mette in scena tre giovani curatrici d'arte, intente ad impossessarsi di una casa per trasformarla in un set televisivo. Protagonisti della serie tv non sono gli artisti, bensì le loro opere. Protagonisti un padre, una madre, una televisione costantemente accesa: forse sono proprio i media a influenzare maggiormente le azioni dei personaggi.

Il soggetto è di Francesca Chiacchio, Anna Caterina Bleuer, Sara Errico.


Articolo di Anna Castellari

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