Rex, Gimy e Lulù di Beatrice Marchi

L’artista nega la visione antropocentrica della famiglia nella quale anche il cane si trova inevitabilmente a ricoprire un ruolo da lui non scelto.

Quella che lei propone è una famiglia animale in cui i ruoli psicologici non esistono mentre al loro posto vigono le regole del branco.

Seppur il cane è circondato dai suoi familiari, lui non subirà l’indotto comportamentale tipico dei legami di sangue ma vivrà solo per questa occasione la rappresentazione della parentela, inscenando un ritrovo di famiglia in stile umano ma vissuto con istinto animale.


Crediti: Chiara Minetti

Nessun commento:

Posta un commento