There is no place like home #4

Dannazione, che momento difficile. E pensare che ero convinto di essermi smarcato da un certo tipo di contraccolpo psicologico. Già, perché io dopo l'ultimo episodio di Lost ho detto "mai più". Sapete com'è: ti affezioni alla storia, ai personaggi, agli amici con cui ti trovi a vedere la nuova puntata ogni settimana... poi tutto finisce e ti rimane l'amaro in bocca. E allora addio tv, addio video scaricati, addio birra sul divano: alla sera meglio uscire! Il problema è che uscendo sono finito a seguire quest'altra fiction, che non passa su uno schermo, ma direttamente in un appartamento. E per quattro lunedì, puntata dopo puntata, ho conosciuto i suoi personaggi, così come li hanno animati gli artisti ospiti. E ho cercato, insieme agli altri spettatori, di capire dove gli autori (o curatori, che dir si voglia) volessero andare a parare. Insomma: ci sono ricaduto in pieno. Eccomi così nell'attesa della serata conclusiva. Come già per Lost, anche qui l'incertezza regna sovrana: che cosa si nasconderà oltre la porta del cavedio? Vedremo infine materializzarsi "gli altri", quelli che finora sono rimasti nascosti dietro i mezzi di comunicazione? O forse, tozzianamente parlando, scopriremo che "gli altri siamo noi"? Chissà. Temo che l'unica costante sarà una certa malinconia del giorno dopo. Quella che si prova quando qualcosa che ti ha appassionato giunge alla sua conclusione.

Articolo di Marco Valsecchi

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